C O S A C' E'
D I E T RO
U N A F I A B A

L’usuale
finale “……e vissero felici e contenti” che chiude la storia e fissa nella mente
del bimbo, che la sta ascoltando, la vera morale di quel racconto fantastico.
Si perché il
vero senso di raccontare una favola, al di là del mero passatempo, dovrebbe
essere anche quello di trovare un modo semplice e diretto di comunicare con un
bambino, senza creare paure o allarmi ma introducendo semplicemente situazioni
di vita reale che, vista l’età, diversamente sarebbero di difficile o errata
comprensione.
Anche se l’usuale
frase iniziale “C’era una volta…….” colloca la vicenda in un tempo volutamente
indeterminato, remoto e fantastico, in ogni fiaba l’eroe è umano e quindi pone
il bambino davanti a problematiche umane. L’impiego sapiente di situazioni,
interazioni tra soggetti con personalità profondamente diverse e le conseguenti
soluzioni, portano semplicemente il bambino ad immedesimarsi nella situazione e
lo conduce semplicemente a risolvere e razionalizzare quelle paure che derivano
solamente dall’età e dalla “non conoscenza”.
Andiamo
oltre e inoltriamoci nello specifico:
CAPPUCCETTO
ROSSO: personaggio immaturo che, proprio da questa sua condizione, fa partire
un messaggio chiaro e incontrovertibile; troppa curiosità può condurre ad
esperienze non sempre positive ma può portare al pericolo. Ci sono inoltre
indicazioni alla sessualità come ad esempio il “taglio cesareo” fatto al lupo
per liberare il cacciatore che non lo porta alla morte ma, appunto, ad una
situazione positiva. Questo rassicura il bambino nei confronti del parto e
quindi non immagina che tale evento possa essere traumatico o pericoloso per la
madre.
BIANCANEVE E
I SETTE NANI: gli spunti di riflessione in questa favola sono molteplici; il
narcisismo della vanitosa matrigna, componente molto presente e determinante
nei comportamenti del bambino, provoca un’ampia panoramica del complesso
edipico. In contrapposizione con lo stadio pre-edipico (rappresentato dai
nani), i quali rimanendo in quella condizione non conosceranno mai il piacere
della vita adulta. Quindi un messaggio che porta il bambino alla determinazione
che, nel bene o nel male, è positivo e doveroso raggiungere l’età adulta lasciando
la semplicità e la protezione proprie dell’essere bambino.
LA BELLA E
LA BESTIA: suggerimento che le diversità tra persone esistono, vanno comprese,
razionalizzate ed accettate perché, diversamente, ci si può precludere un
cammino futuro comunque positivo. Anche qui l’accenno alla sessualità può
essere colto nel rapporto, appunto, uomo-animale che solamente l’amore può
sublimare e portare ad una normalità.
Tutte le
favole sono ricchissime di questi accenni, basta leggerle con la giusta
intenzione.
U N A R A C C O M A N D A Z I O N E P E R O’
Inventare una
favola per i propri figli è un bellissimo atto d’amore ma attenzione ai messaggi
che anche inconsciamente state comunicando. Ci sono ottime pubblicazioni che
possono aiutare.
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